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mercoledì 9 aprile 2008

Le nuove frontiere del diritto: "Il Caso, ... Casucci!!!". Tra dolo, colpa e preterintenzione... (di Rumiel prof. dott. avv. Alberto)

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VILLOTTA (PN) - Prendiamo spunto da quanto accaduto in un campo di calcio per affrontare, attraverso l’analisi di un caso pratico, la spinosa questione del goal preterintenzionale, nuova categoria elaborata da autorevole dottrina e recepita da isolata ed attenta giurisprudenza del foro pordenonese. Come spesso accade, le nuove frontiere del diritto, le interpretazioni più estreme e suggestive, prendono spunto dall’esigenza di risolvere e definire questioni pratiche che camminano e corrono con le gambe degli uomini. E così dopo il discusso “Goal di Fiaschetti” datato 21.10.2007, il problema si è ripresentato in tutta la sua urgenza e gravità a distanza di qualche mese, quasi a dimostrare che nessuno può sottrarsi al suo inevitabile destino ed alle sue responsabilità. Per mesi dottrina e giurisprudenza hanno infatti vergognosamente evitato di affrontare la questione e così il Caso ha voluto che la questione si riproponesse ed avesse come protagonista di nuovo lui… il fluidificante destro della squadra di calcio degli Avvocati Pordenone, il noto Angelo Casucci. Questi i fatti. Correva il minuto ventesimo dell’incontro calcistico, valido per il campionato “Amici del calcio” - terza divisione – tra Villotta e Avvocati Pordenone, disputatosi il giorno 30.03.2008, quando il ns. Angelo Casucci decideva di imprimere un sigillo indelebile nella storia del calcio, rendendosi protagonista di un episodio che farà certamente discutere i posteri e che d’ora in poi sarà definito come "Il Caso, …Casucci !!!". Dopo un’insistita azione sul fronte d’attacco propiziata dal dinamico centrocampo naoniano, un difensore del Villotta Team, nel tentativo di allontanare la sfera dall’area di rigore, indirizzava la stessa tra i piedi del Giocatore. Ci troviamo ad 1 mt. dalla linea di fondo, in posizione assai decentrata, a circa 15 mt. dalla porta. Casucci lasciava rimbalzare la sfera, alzava lo sguardo verso la porta avversaria e, osservato che il portiere si trovava fuori dallo specchio, faceva partire un tracciante di esterno destro che tra lo stupore generale andava ad infilarsi all’incrocio dei pali alla destra del portiere. Il numeroso pubblico presente si inchinava di fronte alla prodezza ed abbandonava le ignobili vesti del facinoroso tifoso per apprezzare appieno quella che è apparsa fin da subito una svolta epocale per la storia del calcio. Un tifoso avversario, colto da malore a causa della forte emozione, prima di esalare l’ultimo respiro, con un filo di voce definiva l’accaduto in questi termini: “questo goal è la bella copia del goal realizzato da Marco Van Basten agli europei del 1988 contro la Russia”. Prendiamo le mosse dall’accaduto per tentare di affrontare la spinosa questione di diritto racchiusa nel caso di specie. Lo scrivente, aderendo ad un recente orientamento, ritiene di poter inquadrare "Il Caso, …Casucci!!!" quale ipotesi di scuola del c.d. Goal preterintenzionale. Ricordiamo infatti che “il goal è preterintenzionale o oltre l’intenzione quando dall’azione deriva un evento diverso e più vantaggioso rispetto a quello voluto dall’agente”. Nel nostro caso la difficoltà consiste nell’individuazione del criterio di imputazione al soggetto agente (Angelo Casucci) dell’evento più vantaggioso (il goal). Se infatti il Nostro certamente ha agito con il dolo di colpire la sfera, tuttavia si può categoricamente escludere che egli volesse addirittura calciare in porta. A che titolo imputare dunque la segnatura? In proposito sono state elaborate due teorie: secondo la prima, l’evento più vantaggioso potrebbe essere imputato a titolo di responsabilità oggettiva e quindi sulla base del mero rapporto di causalità materiale tra l’azione di avere colpito la sfera e la circostanza che la sfera sia entrata in rete. Per la seconda invece l’evento più vantaggioso si pone in termini di progressione rispetto a quello voluto. Il goal preterintenzionale va dunque strutturato come un’ipotesi di dolo misto a colpa: dolo per l’evento meno vantaggioso e colpa per quello più vantaggioso, che può essere imputato al soggetto solo sulla base di una verifica della sua prevedibilità in concreto. Questa seconda teoria, oltre ad essere conforme al dettato costituzionale, risulta indubbiamente la più accreditata e dunque si può concludere definendo "Il Caso, …Casucci!!!" come un’ipotesi di Goal preterintenzionale strutturato con dolo misto a colpa. Agli studiosi è parso immediatamente di poter escludere un’imputazione del Goal a titolo di dolo, troppi sono gli elementi di fatto che portano ad escludere che il Nostro abbia voluto e preveduto la segnatura. La tesi suggerita risulta pertanto la più idonea a definire il caso di specie e ad allontanare, speriamo definitivamente, le voci che, malvagie, si levano ad invocare… il Caso… Fortuito!!! (Grande Angelo!!!!!!!!!!!!!!)
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Dopo il magistrale saggio del prof. dott. avv. Rumiel, vi proponiamo la prima pagina della Gazzetta dello Sport che, ovviamente, non si è potuta esimere dal celebrare lo storico evento: .

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Il titolo dell'ottimo articolo dell'altrettanto ottimo Romantik 2 (volgarmente detto Alberto Rumiel) lascia però intendere la vera intenzione dell'autore del pezzo e cioè la corretta interpretazione che egli dà del gesto ("tecnico" sarebbe dire troppo)di A. Casucci, laddove l'incipit "il caso" seguito dalla virgola intende riferirsi al CASO cioè alla FATALITA', ed è quasi un monito diretto verso il nostro Angelo, per dirgli "CASUCCI, E' IL CASO CHE TI FA FARE GOL".
In altre parole par di comprendere che la vera intenzione dell'artista della puttaneria (o puttanamento, che dir si voglia)sia quella di affermare che il gol sia frutto del caso fortuito (fortuito, si ripete, ma soprattutto fortunato).
Invece vorrei segnalare ai colleghi di squadra e di blog e comunque ai lettori una singolare circostanza: A. Casucci segna sempre (si fa per dire....) di domenica mattina. Sarà un CASO anche questo oppure c'è un perché, e se c'è, qual'è? Cosa fa la domenica mattina prima di venire al campo di gioco? Misteri della fede (calcistica, si intende, o meglio, calcisticamééénte).
bdsf

brovedinho ha detto...

Mi unisco ai complimenti, che oramai circolano irrefrenabili in tutto il foro pordenonese, per le due pregevolissime opere realizzate dai Colleghi Angelo Casucci ed Alberto Rumièl. Non avendo avuto il piacere di gustare la prima (ed essendo ormai la seconda volta che Angelo mi infligge il dolore di segnare in mia assenza con velato egocentrismo comincio a pensare che sia tutto uno scherzo organizzato alle mie spalle),più convinto è l'apprezzamento nei confronti del Saggio del "Vate di Bagnarola" (Times), pubblicazione da sola in grado - "per sua chiarezza e profondità d'analisi" (Newsweek) - di gettare al macero intere biblioteche e di chiudere ogni possibile disputa giurisprudenziale.
Non come rimprovero ma semplicemente come invito a raggiungere l'assoluta perfezione gradirei che "l'Autorevole Professore" (D&G, Donadon&Gurnari) completasse la sua "affascinante dissertazione" (Guida Dritto, Rivista Indipendente Avvocati e Bancari di Arba) affrontando il tema spinoso degli elementi desumibili dal comportamento del reo successivo all'evento (parso nello specifico ai qualificati testimoni del tutto incompatibile con qualsiasi forma di dolo e/o premeditazione). Mi permetto di suggerire come interessanti spunti di riflessione in materia si possano trovare nell'attenta opera "Protesta ed esultanza dopo l'azione da rigore simulato" di M. Feltrin e P. Vicenzotto, oltre che nella nota breve "Tiro sbagliato e sguardo a terra: chiedi scusa o cerchi una scusa?" di L. Boschian (Edizioni Paoline L.V., Trieste 2008) e nella più datata ma altrettanto efficace "L'uso degli occhiali da sole di domenica mattina tra strategia difensiva e valore confessorio" di O. Brosolo ed E. Sarcinelli.